Il calcio non era l'unica attività praticata.
L'atletica leggera è attività che viene praticata parallelamente al calcio almeno fino al 1932.
ZIZÌ IL GRANDE: L'EPOCA D'ORO DELL'U.S. ITALA
C'era una volta un giocatore dai piedi alati e dalla fantasia dirompente, detto Zizì: al secolo Cevenini Terzo, che dall'Inter e dalla nazionale arriva all'Itala a concludere la carriera, portandosi appresso il nomignolo, giustificato dai suoi fulminei dribbling a zig-zag da un capo all'altro del rettangolo di gioco. Dal 1932 al 1939, sotto la sua guida, la squadra di Lurate Caccivio non ha rivali: vince quattro o cinque campionati consecutivi nella sua categoria (foto n. 5).
La ricostruzione della storia diviene a questo punto meno difficoltosa anche per noi: cominciamo a disporre di documenti scritti (ritagli di quotidiani relativi al periodo 1939-40, diligentemente raccolti in album).
I trafiletti (correvano gli anni XI-XVII dell'Era Fascista), sono tratti per la maggior parte dal quotidiano La Provincia di Como e hanno lo stile curiosissimo, tipico del giornalismo dell'epoca, gonfio di retorica e di termini altisonanti. I nerostellati, in omaggio al culto della Patria, vengon detti "Italini"; l'anonimo (e faziosissimo) cronista ne esalta le gesta eroiche. La squadra ascende incontrastata sui campi locali, seguita di domenica in domenica non solo dagli appassionati, ma anche dalle autorità di regime: il podestà, i gerarchi, immancabilmente citati per nome nell'articolo. Mens sana in corpore sano è un motto che assume un preciso significato politico: l'orgoglio per la "forte" (in senso fisico) razza italica e per le sue storiche virtù morali e civiche. L'evento sportivo ne è un esempio, una declinazione. In occasione, per esempio, di una partita con la "Bersaglio" di Monza, sospesa a dieci minuti dalla fine a causa delle scorrettezze di quest'ultima, «...l'Itala — narra il corrispondente de La Provincia — dopo questa partita vittoriosa esce ingigantita nel suo prestigio morale, perchè aver saputo vincere in campo e aver saputo sopportare con santa rassegnazione tutte le carezze degli avversari è un vanto e un onore di tutti i bravi giocatori in maglia nera. (....) Nella partita gli italini hanno saputo combattere con belle azioni le scorrettezze degli avversari e con ordine e disciplina hanno raggiunto il successo, successo meritatissimo tanto che le reti sarebbero venute numerosissime a loro vantaggio se non ci fosse stato il pericolo del massacro.» Strano mondo, in cui una vittoria "per due a zero" è conseguita grazie «alla prima rete del bravo Guffanti» e alla seconda «con un tiro al fulmicotone da una trentina di metri dell'intraprendente Botta», dove «il direttore dell'incontro, camerata Beretta, ha diretto con perizia e autorità la cavalleresca partita,....», dove «da linea mediana della squadra ha costituito una vera muraglia di sbarramento, con tre mediani che facevano da baluardi insormontabili...!» (foto n. 6). Val la pena ricordare qualche formazione tipo di questi "momenti di gloria":
⦁ Bianchi, Gerosa, Vittani, Tettamanti, Pini D., Piatti, Pini P., Gaffuri, Piatti F., Botta, Guffanti.
⦁ Monti, Galli, Gerosa, Molteni, Cevenini III, Tettamanti G., Pini P., Piatti F., Guffanti, Tettamanti, Botta.
⦁ Rusconi, Galli, Gerosa, Uboldi, Piatti G., Tettamanti, Pini, Molteni, Guffanti, Piatti F., Botta.
Le cronache non riportano, naturalmente, che Cevenini III un giorno entra in campo con le scarpe a punta da passeggio, e stravince; o che, tra uno zig-zag e un'infilata in porta, ha il tempo di incantare persino l'avversario con una barzelletta. Sono chiacchiere da caffè, come quelle che ricordano la grande passione di Zizì per il biliardo: volentieri, dopo la partita, l'eroe rinuncia a una cena abbondante e casalinga, approfitta dell'ospitalità della sede dell'Itala per divorare una veloce pagnottina con salame o formaggio e senza perder tempo corre al bar, dove lo attendono i fedelissimi della stecca Certi fuoriclasse non si possono inventare, generosi nel gioco e nella vita, tanto imprevedibili e bizzarri da riuscire simpatici anche a distanza di mezzo secolo, quando ormai sono entrati nella leggenda
DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI OTTANTA: CINQUE CATEGORIE E UN VIVAIO PER IL FUTURO
E chissà dove saremmo arrivati,se non fosse scoppiata la guerra!
Tuoni di bombe, aeroplani, proclami stridenti di microfoni, ferraglia. Chi ci pensa più al pallone!? Appese al chiodo le scarpe («per poco, forse per poco...») non verranno più riprese. L'indumento nerostellato, un paio di calzature di cuoio malridotte, saranno conservati, da molte famiglie, come il ricordo più caro di un soldato mai tornato da un fronte lontano. Anche per i vivi, tuttavia, troppi anni sono passati: giovani forze rivestono nuovi ruoli. Si ricomincia, fin dal 1946, quando ancora parecchi non possiedono un'abitazione o ricostruiscono quella distrutta dalle macerie.
«11 giorno 15 del mese di giugno dell'anno 1946 alle ore 21,nella sala della S.A. Unione Cooperativa di Consumo Casa del Popolo di Caccivio, gentilmente concessa, si sono riuniti in assemblea su invito del comitato promotore una sessantina di aderenti per la trattazione del seguente ordine del giorno: "Lettura e approvazione dello statuto sociale; Nomina del Consiglio Direttivo provvisorio" recita in bella calligrafia fiorita la prima pagina del libro verbale del dopoguerra,L'odore acre dei vecchi quadernoni per computisteria adibiti a libro cassa restituisce squarci di una storia completamente nuova Impresse a inchiostro blu sono le tappe di un cammino che, pur non eguagliando quello prebellico, glorioso e altisonante, l'Itala percorre, di successo in successo fino alla crisi del 1954-1955.
È il 1947: il segretario, scrupolosissimo, annota spese, minuzie, provvedimenti. Per i titolari di squadra il premio partita è di 500 lire, più le spese di viaggio nella prima squadra (foto n. 7).
L'ingresso al campo sportivo, in occasione dell'inizio del campionato di prima divisione, costa 60 lire; quello di seconda 50. I soci dell'Itala godono dello sconto di 10 lire sul prezzo pieno del biglietto.
Neppure in questi momenti difficili, per i ricchi come per i poveri, alcuna spesa grava sui giocatori: le voci curiosissime riportate dai libri mastri (dall'acconto lavandaia, alle bende e cotoni, dal rinfresco giocatori nei locali pubblici del paese ai panini imbottiti, dal grasso e lucido alla riparazione scarpe, dalle fotografie alla calce) sono coperte dagli introiti delle partite, dal ricavo delle tessere sociali e dalla generosità dei sostenitori.
I tifosi, all'epoca, sono tanto "focosi e irrequieti" che il presidente dei nerostellati vorrà porre a verbale una calda esortazione ai soci «affinchè facciano opera pacificazione e calmino gli animi bollenti delle opposte fazioni».
Calligrafie perfette o ghirigori disordinati testimoniano i conti, le note spese, le trasferte, le multe, che rappresentano la microstoria della squadra.
Spesso le complete notazioni esulano dall'ambito burocratico: un segretario cui non sfugge davvero nulla, si premura di lasciare scritto ai posteri che, il 24 gennaio 1947 «il tempo è pessimo e le comunicazioni difficili data l'abbondante nevicata, con intermezzi di fitta pioggia, che rendono sempre più impraticabili le arterie cittadine...»; tutto per giustificare che, all'assemblea ordinaria, solo venticinque, coraggiosi soci, hanno faticosamente guadagnato la sede della società sopravvivendo alla tempesta e alla tormenta (foto n. 8).
Un salto di vent'anni, fino al 1966: per correre al campo sportivo ad allenarsi, gli Italini non inforcano più la bicicletta ma rombano a bordo di una Cinquecento o di una Seicento, sollevano polverone con la Millecento o la Lancia Fulvia. Il 1966 è l'anno di rifondazione della società, che aveva attraversato anni di difficile crisi. È l'epoca buia dei nerostellati, retrocessi nelle categorie inferiori, ma, anche, terreno di prova della forza della società, i cui sostenitori hanno sempre avuto il coraggio e la determinazione di affrontare situazioni di rottura.
L'Itala è protagonista di un tentativo di sodalizio fra le varie forze sportive del paese (Pedale Cacciviese, Società di Pallavolo, Società di Atletica).
Anche "nel vasto mondo", al di fuori e intorno a questo piccolo nucleo avvinghiato allo scontroso torrente Lura, qualcosa si sta "rompendo" un certo equilibrio si sta spezzando. I giovani si risvegliano dal torpore delle canzonette all'italiana, dai ritmi lenti degli anni cinquanta e impongono il proprio modo di essere attraverso una musica nuova, quella dei Beatles e dei Rolling Stones, che gli "adulti" fanno finta di non capire, di non accettare.
Cos'ha a vedere tutto questo con undici piedi e un pallone?
Non ha senso fare la storia di un'istituzione, che ha vissuto sessant'anni di trasformazione, in modo asettico, quasi fosse un organismo a sè: è importante e costruttivo, al contrario, vederla come lo specchio di una storia più vasta. Se i ragazzotti in calzoncini delle fotografie del ventisette tenevano i capelli spartiti al centro con la riga e guardavano spaventati
l'obiettivo, se quelli del trenta avevano un'aria di scherno e di disprezzo, se quelli del quaranta stavano spavaldi con i capelli leccati di brillantina, è perchè si rifacevano ai modelli in voga e il rapporto col mondo era ispirato all'atteggiamento proposto da quelli. Andavano al cinema e sognavano Rodolfo Valentino, Greta Garbo, Humprey Bogart, Gloria Swanson e si sforzavano di imitarli, come sul campo mimavano i gesti, i tic tac degli assi del pallone dei loro tempi. Quei pochi che nel 1966 decidono, con atto ufficiale e liturgico di far rinascere la vecchia società, non si rendono conto, forse, di interpretare il sogno di trasformazione che è nella società, che è nell'aria.
Lo capiamo, invece, noi, osservando in una foto i capelli lunghi dei giocatori e, sui loro volti, un'aria persa di chi non crede più che giocare al pallone sia qualcosa di eroico, di cavalleresco, di cui andar fieri e orgogliosi... bensì una serie di gesti da compiere con nonchalance e una cert'aria di superiorità, di noia di fronte al mondo.
Il Campo Sportivo
Una foto del 1974 dove riprende l'attuale campo B usato per allenamenti, amichevoli e varie attività sportive.
Futuro campo sintetico.
Dal 1990 a oggi U.S. Itala ha dimostrato di essere una società di livello regionale , militando per diversi anni in prima categoria e con un settore giovanile all'altezza della prima squadra.
Dispone di una scuola calcio, per il settore giovanile di una squadra provinciale per annata, una juniores regionale B e la prima squadra che milita nel campionato di seconda categoria.
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